Ritiro a.a. 2013-2014
Laste Basse (TN) 18-20 ottobre 2013
Sessioni di formazione – SUCCESSO
Il percorso accademico è momento privilegiato per guardare in avanti e intravedere possibili scenari futuri verso i quali indirizzare i propri interessi, affetti e competenze. La risposta alla domanda ‘chi e che cosa sarò?’ sottende spesso un implicito desiderio di riuscita e di successo. Le sessioni formative del ritiro sono quindi state dedicate al racconto, al confronto e alla riflessione circa il successo della/nella vita.
Affrontare il tema del successo comporta un confronto con vari livelli di vissuto: sociale (negli aspetti accademico-lavorativi), economico-remunerativo, relazionale e sentimentale, interiore. L’input per aprirci a questa vasta gamma di dimensioni è provenuta dall’incontro con due personaggi che, attraverso l’improvvisazione teatrale e l’interazione con risonanze dal pubblico, hanno dato voce a stereotipi culturali di vita di successo più o meno raggiunto.
In sottogruppi di lavoro, si sono successivamente condivisi situazioni (personali o direttamente conosciute) per evidenziare le caratteristiche che contraddistinguono una vita di successo, individuandone pure i fattori di impedimento.
A seguito di una discussione in plenaria, si è costruito una sorta di itinerario composto di domane, riferimenti, valori e disposizioni che possano orientare al successo nella propria vita.
L’eucarestia conclusiva ha permesso di rileggere e intendere il successo nella/nella vita in termini di beatitudine.
Ritiro a.a. 2014-2015
Lumini (VR)
17-19 ottobre 2014
Sessioni di formazione – MEMORIA, SPIRITO, VITA PER UN’ESPERIENZA
‘Siamo qui… ma per fare cosa?’. Qualcosa di simile si legge nei volti di nuovi studenti/esse che si affacciano alla Residenza Messori. A cui, residenti più navigati risponderebbero qualcosa come ‘Non ne abbiamo la più pallida idea!’. Risposta debole, forse. Ma che, ad una più attenta considerazione, rappresenta anche il punto di forza della Residenza. Il ‘che cosa’ si farà dipende infatti dal ‘chi’ costituisce la Residenza stessa e dal ‘come’ si qualifica lo stare assieme. È sembrato quindi opportuno avvalersi appieno della variegata realtà che costituisce la ‘Galassia Messori’ (residenti, ex-residenti, fondatori della Residenza ed Ex-Alunni dell’Antonianum) per addentrarci nell’identità dell’esperienza, interrogandoci circa il ‘dove’ da cui proviene la Residenza Messori e circa lo ‘spirito’ che l’anima. Esercizio di memoria, di recupero di uno spirito e di apertura alla novità della vita.
Attraverso dinamiche di interazione, ciascuno/a ha potuto condividere con altri/e compagni/e momenti, valori e attese della propria esperienza di vita. Dall’intreccio, poi, di traiettorie personali è emerso uno sfondo comune entro cui articolare una più arricchita e densa esperienza collettiva.
Tramite documenti, video e testimonianze dirette si è fatta memoria, introducendoci nel fluire del tempo di un’esperienza formativa che, iniziata nel 1907 con l’apertura del Collegio Antonianum, giunge al nostro oggi. Cronologicamente è un secolo di storia! Qualitativamente un tempo ritmato dalle intuizioni, dalla passione, dalle amicizie, dalla creatività e dallo slancio che le migliaia di studenti (e ora anche studentesse) hanno saputo apportare.
Dalla memoria, il recupero dello spirito, che si concentra ancor oggi attorno ai valori fondativi dell’esperienza di crescita comunitaria: spirito critico, apertura mentale, magis, gratuità e crescita personale. Da essi la capacità di modellarsi e rinnovarsi, anche in maniera radicale, secondo esigenze, bisogni e, soprattutto, sogni.
La vitalità e l’effervescenza della Residenza deriva dal carattere fortemente relazionale della vita di Residenza. Sperimentandosi in relazioni genuine e trasparenti ciascuno/a studente/ssa matura il senso di sé, dei propri limiti e, soprattutto, delle proprie potenzialità e risorse. Nel vivere assieme, quindi, ci si mostra ciascuno/a custode della vita del compagno/a.
In termini evangelici, la qualità di vita (che è mediazione tra memoria e spirito) impone il superamento di una visione economicistica dei rapporti umani. Sospinge, invece, alla gratuità della dinamica del dono.